Aprire “Le feste di Mirtillo” nell’aprile 2010 è il primo passo che compio per avviare un progetto ancora in incubatrice. Il logo scelto è un simpatico gattino arancione che trasmette allegria e che porta il nome del pelosetto di casa.
Non voglio entrare in attività senza la dovuta formazione e comincio un tour de force fatto di settimane di lavoro da dipendente e week end di corsi che mi diano le skills di base per affacciarmi al mondo degli eventi.
Nel 2011 è il destino, come spesso succede, a decidere per me: quel progetto diventa nel giro di una manciata di giorni, la nuova strada da percorrere, il primo passo di una nuova vita, a dispetto delle facce poco convinte di amici e conoscenti. Sei sicura? Sei pazza!
Sono sicura, sì, e probabilmente anche un po’ pazza: ci vuole coraggio e una certa dose di incoscienza per buttarsi in un’avventura senza paracadute, con tre figli adolescenti e uno zaino pieno di dolore.
Un’avventura che aveva e ha solo un piano “A” perché, per me, avere un piano “B” significa mettere in conto di poter fallire. Un pensiero che non mi appartiene.
Così, al tavolo della mia cucina, nascono le prime feste di compleanno, le prime collaborazioni con gli oratori, i comuni, e quanti decidono di aver fiducia nella mia creatività e nella mia determinazione. Cominciamo, al plurale, perché i miei figli, coadiuvanti famigliari forzati, sono insieme a me, animatori, allestitori, intrattenitori. E di questo non li ringrazierò mai abbastanza.
Passano gli anni, aumenta lo spazio in casa dedicato all’attività, tanto che non c’è più un angolo in cui non ci sia materiale per i nostri eventi. Aumentano i collaboratori, per la felicità dei miei figli che nel frattempo hanno preso le loro strade, e cresce il desiderio di affermarci sul nostro territorio, forti dell’esperienza maturata e della grande fiducia accordataci negli anni, dai clienti.